Guida motivazionale e irriverente alla crescita professionale del docente

Con questo breve manuale mi rivolgo a docenti, educatori, genitori, studenti e a chiunque abbia voglia di migliorarsi, invitandoli ad abbracciare un approccio relazionale basato su una comunicazione decisa, motivante, incisiva ma MAI svilente ed offensiva della dignità altrui e, nello specifico, del discente, con l’obiettivo di stimolare quel processo evolutivo che rende consapevoli del proprio valore.

Il libro

La guida, partendo da un breve excursus sulla teoria delle intelligenze multiple di Howard Gardner, si addentra progressivamente, attraverso racconti personali e riflessioni generali, nell’analisi di alcuni aspetti relativi all’approccio umano e comunicativo, talvolta trascurati o sottovalutati, per approdare, nel finale, ad una serie di consigli di facile realizzazione, utili a gestire l’inevitabile stress e a migliorare se stessi e, di conseguenza, gli altri, nello specifico, gli studenti.

Nel libro ho potuto esprimere gran parte di quei pensieri divenuti, negli anni, regole e modalità specifiche; le esperienze variegate mi hanno consentito di vedere la professione docente sotto diverse angolature, tenendomi sempre in una posizione scettica e distante dai discorsi abusati e dai facili artifici verbali dietro i quali troppo spesso ci si nasconde per evitare di superare la soglia dei propri limiti, perché accomodarsi, spesso, diventa più allettante che mettersi in discussione.

L’insegnamento nelle pluriclassi mi ha consentito di acquisire nuovi strumenti ed abilità: accelerare i ritmi organizzando più lezioni contemporaneamente, prestando attenzione a tutti, in un via vai di comunicazioni stratificate su diversi livelli, con picchi di improvvisazione su ondate impreviste.

Da quando insegno al carcere ho adottato questa elastica e funzionale modalità, al fine di distribuire i diversi saperi non solo in base ai livelli di conoscenza degli utenti (di varie età, estrazione, nazionalità) verificabili nella fase di conoscenza, ma anche in relazione alle difficoltà che essi possono incontrare. In certi casi, raggiungere gli obiettivi minimi è il vero grande traguardo, soprattutto con persone italiane di mezza età che, non avendo mai frequentato la scuola primaria, mostrano enormi, comprensibili resistenze all’apprendimento, con difficoltà di concentrazione e memorizzazione generate, naturalmente, anche dal contesto restrittivo che riduce ulteriormente lo sviluppo di abilità e l’espressione del proprio potenziale.

Ma, in fondo, questi aspetti eterogenei sono riscontrabili negli studenti di ogni età e, di conseguenza, ritengo che vadano rispettati, diversificando anche gli obiettivi: lo standard è contro natura! Ma di questo, e di molto altro, argomento ampiamente nel libro.

E’ giusto insistere, senza pretendere di ottenere risultati a breve scadenza, nel voler trasmettere contenuti anche quando uno studente non ha ancora sviluppato la forma adatta per ‘contenerli’ (maturità adeguata, consapevolezza, autostima, apertura, motivazione, superamento di paure di vario genere): il risveglio avviene in tempi e modi diversi.
Ognuno di noi, se fedele al proprio genio, può contribuire a migliorare il mondo, ma se per insicurezza e/o timore di essere giudicati, vi adeguate ad un cliché, farete del male innanzitutto a voi stessi e poi a chi vi circonda, a causa della vostra frustrazione.
Il bullismo non è attribuile soltanto al ragazzo vigliacco che umilia il più fragile. E’ anche diffuso tra quei docenti che, più o meno consapevolmente, manipolano colleghi incapaci di reagire e di difendersi. E’ dilagante tra quei dirigenti che urlano senza ritegno contro insegnanti timorosi e poco consapevoli del proprio valore. E’ presente, in maniera sottile, in quei rimproveri svilenti, privi di azione educativa, che alcuni docenti riversano contro alunni difficili da gestire e, a maggior ragione, bisognosi di specifici approcci.

Corso di Teatro formativo-evolutivo

Nel 2008 realizzo la prima esperienza come docente di ‘teatro come strumento formativo’, utilizzando gli esercizi praticati nei corsi per gli aspiranti attori, per promuovere la crescita personale, fornire i mezzi per superare forme di paura ed insicurezze, intraprendere viaggi introspettivi attraverso esercizi di gruppo, sviluppare un’arte oratoria in piena coerenza con la gestualità e, pertanto, acquisire una comunicazione completa e coinvolgente, modificando eventuali aspetti relativi al movimento del corpo, al tono di voce ecc.

Contemporaneamente, inizio a sperimentare piccole regie, scrivendo mini commedie per i bambini durante i pochi anni di docenza nella scuola primaria e utilizzando l’attività teatrale per aiutare i discenti: previa un’attenta analisi delle dinamiche relazionali della classe e delle attitudini auto limitanti di alcuni studenti nonché degli elementi disturbatori, costruisco un personaggio specifico per ognuno di loro, volto a sviluppare posture, enunciare discorsi, assumere pensieri e atteggiamenti totalmente diversi dal consueto.

Piano piano, affinando questa mia abilità grazie agli studi, in particolare al corso di Mental Coach basato sulla PNL, trasformo questa attività in vera e propria professione, e nel 2015 inizio a lavorare come docente di recitazione, regista ed autrice (continuando anche come attrice) impartendo corsi di teatro per bambini, adolescenti e adulti.

Durante la prima parte concernente la formazione, ciò che fuoriesce dai vari esercizi di gruppo mi consente di acquisire quell’insieme di informazioni preziose e necessarie alla preparazione della seconda fase del percorso: la scrittura, la creazione del plot e dei personaggi i cui requisiti, nella mia ottica, al di là del vincolante ‘phydique du ròle’, non si allineano alle caratteristiche che i discenti sono consapevoli di possedere, ma vanno ricercati, richiamati in superficie, stimolati, ripescati tra quegli aspetti della personalità tenuti a freno, sommersi e, pertanto, a loro invisibili. Il processo non è immediato, non è semplice, richiede grandi energie nell’azione motivante ed una certa fatica da parte dell’allievo-a che a volte tende ad arrendersi di fronte alla mia visione di quel qualcosa di sé che ignora e che può arricchirlo-a.

L’attività teatrale nelle carceri assume un ulteriore, delicato valore.
Negli anni ho assistito spesso a spettacoli realizzati con attori detenuti che interpretavano personaggi attinenti al proprio ruolo nella vita, rappresentando sulla scena storie di degrado intrise di episodi di violenza e criminalità: ho sempre trovato queste scelte oltre che facili da adottare, da parte dei registi coinvolti, antieducative e deleterie della dignità di persone che, sin troppo abituate a nutrirsi di disvalori, anche nella finzione finiscono con restare tristemente se stesse.

Ritengo che, a maggior ragione in questo tipo di ambiente, pur senza aspettarsi risultati sicuri e immediati, sia importante quanto meno tentare di scuotere le radici di quell’universo di pensieri, linguaggi, convinzioni, modalità comunicative dannose e foriere di reati, attraverso il teatro evolutivo: esso, consentendo per fini scenici l’acquisizione di parole, posture, caratteri, espressività, modo di relazionarsi con gli altri, ovvero di mondi comportamentali sani, ben lontani dai consueti, se praticato con costanza e con l’attenta, accurata creazione di ruoli mirati, destruttura il soggetto dalle solite, malsane modalità costringendolo, per gioco, a sviluppare una visione di se stesso ben più elevata, piacevole ma soprattutto dignitosa e ciò potrebbe suscitare, in lui/lei -se pur in minima parte- la speranza di un cambiamento, accelerando, talvolta, processi interiori non ancora consapevoli che, elaborati nel profondo, suggeriscono silenziosamente la strada verso il rifiuto di una rassegnata accettazione del proprio sterile modus operandi.

I miei corsi e video corsi.

Vivendo a Benevento, lavoro per progetti di teatro formativo-evolutivo – in presenza – solo nelle scuole della provincia. La fascia d’età a cui mi rivolgo va dai 7 ai 20 anni – scuole

primarie e secondarie di primo e secondo grado. I progetti possono avere diversa durata da un minimo di 30 ore ad un massimo di 70, distribuite in genere su due ore settimanali.
Se un progetto dura da ottobre a giugno, si può realizzare un primo lavoro già in occasione del Natale e un secondo per la fine dell’anno scolastico.

Per i docenti di tutta Italia che volessero formarsi per realizzare progetti teatrali ispirati a quanto spiegato, propongo videocorsi.

 

In diverse occasioni, mi sono imbattuta in allievi che opponevano resistenza ad assumere determinate caratteristiche perché temevano di essere identificati con il personaggio e questo li infastidiva.

 

Un corso di teatro,come lo intendo io, può persino arrivare a distruggere i personaggi che certe persone hanno costruito su se stesse per anni, fino a credere di essere realmente tali, aiutandole a scrollarsi di dosso etichette e convinzioni che altre persone (familiari, amici, insegnanti) hanno incollato e attribuito loro erroneamente o di proposito, proiettando su di esse i propri conflitti, così da attivare l’interruttore verso una sana auto consapevolezza.